Una Vera Caduta di Stile

È di oggi l’immagine che gira sul web usata per pubblicizzare l’assicurazione R.C. auto di Poste Italiane. La foto raffigura una ragazza in bikini poggiata ad un cartellone sotto una tenda con logo e colori aziendali. Senza mezzi termini diciamo che la pubblicità proposta dalla più grande azienda italiana in cui viene usato il corpo di una donna per vendere assicurazioni auto è assolutamente vergognosa. Uno stereotipo e una mercificazione del corpo dalla quale non c’è via di scampo. Un insulto per il genere femminile. Si parla di codice etico di parità di genere di aiuti alla maternità con l’iniziativa “fiocco giallo” e poi in questa immagine emerge prepotentemente la squallida realtà…una vera e propria caduta di stile. Per rendere interessante il messaggio pubblicitario viene usato un cliché che non avremmo mai e poi mai voluto vedere e che il Segretario Nazionale della SLC-CGIL ha prontamente denunciato. Questa caduta di stile rende ancor più drammatico il quadro descrittivo delle reali condizioni in cui vivono le donne in molti se non tutti i settori di Poste Italiane:
Donne in maternità che vengono “gentilmente” invitate a rientrare al compimento del 3° mese di età del bambino paventandole la possibilità di perdere il proprio ruolo.
Donne portalettere che ogni mattina vengono caricate come somare e invitate a rientrare in ufficio soltanto dopo aver consegnato tutto e con qualsiasi condizione meteo.
Donne che lavorano notti su notti pur di essere presenti di giorno per accudire i figli.
Donne che dopo il parto vengono distaccate per l’allattamento vicino alla propria residenza ma terminato il periodo vengono rispedite all’ufficio di provenienza distante anche centinaia di chilometri dalla propria casa, dai propri affetti.
Donne con disabili in famiglia che vengono penalizzate perché colpevoli fruitrici di legge 104.
Donne che pur di lavorare accettano impieghi in regioni diverse dalla propria lasciando casa e figli, con enormi sacrifici sia fisici che economici, lavoratrici deportate per bisogno
Donne applicate alla sportelleria e quotidianamente insultate e minacciate dai clienti.
Donne che dopo aver lavorato per molti anni in azienda si vedono precluse le strade di una crescita professionale perché colpevoli a 52/53 anni di essere troppo anziane perciò scartate ai colloqui aziendali nonostante la legge “Fornero” preveda l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni.
Donne con malattie conclamate che non riescono ad avere mansioni meno gravose.
Questa è solo una parte della reali condizioni affrontate ogni giorno da tantissime Lavoratrici. A questa parziale ma pur sempre drammatica descrizione aggiungiamo pressioni, vessazioni, comportamenti inappropriati e discriminatori, violenze psicologiche e fisiche. Il cartello pubblicitario che ostenta il corpo di una donna è un’ulteriore goccia strumentale e offensiva che fa traboccare un vaso già pieno di spregevole fetido liquido.
Poste Italiane possiede un’immensa ricchezza…la Forza delle Lavoratrici, donne che contribuiscono a rendere grande questa azienda. Queste Donne, queste Lavoratrici chiedono a questa azienda…Rispetto.

                                                                                                 La Redazione

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