Le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici di questi anni sono evidenti a tutti come drammaticamente evidenti sono la mancanza di risposte per contrastare non più episodi sporadici ma gravi effetti destinati ad un progressivo peggioramento. Di pari passo ogni anno ci ritroviamo in qualità di lavoratori ad affrontare le medesime emergenze scaturite dalle ondate di calore con un’azienda che puntualmente ci riporta alla casella di partenza. Non esiste un piano strategico e le problematiche continuano a rimanere insolute. Con lo stesso spirito fatalista che governa le menti succubi al volere divino, si attende che esploda il caldo, si fa la conta dei lavoratori che in qualità di vittime sacrificali accusano dei malori a causa delle alte temperature e si attende che il caldo finisca.
Le O.O.S.S. in data 18 Luglio hanno inoltrato una richiesta unitaria sollecitando soluzioni. Nello specifico è stato richiesto per i portalettere di avere una giornata lavorativa meno esposta alle radiazioni solari, limitando gli abbinamenti e i carichi di lavoro mentre per mercato privati è stata richiesta una limitazione dei già problematici distacchi. Inoltre è stata ribadita la verifica degli impianti di condizionamento in tutti gli uffici di Poste Italiane su tutto il territorio nazionale. Ma per avere una risposta da parte aziendale si sono dovuti attendere ben 10 giorni di melina assoluta…nel frattempo i lavoratori boccheggiavano o attendevano cure nei pronto soccorsi. Il 28 Luglio arriva finalmente la risposta aziendale nella quale si specifica laconicamente che verranno valutate eventuali situazioni di criticità e per quello che riguarda gli impianti di condizionamento, si attuerà l’ennesima verifica ed eventualmente si utilizzeranno gli atavici e primordiali ventilatori. Secondo un piano d’intervento preventivo serio, tutte le verifiche e relativi aggiustamenti andrebbero pianificati in tempo debito se si vuole tenere seriamente conto della salute dei lavoratori più esposti, nonché dei clienti presenti all’interno degli uffici postali. Il punto è che per una prevenzione efficace occorre investire in risorse umane ed economiche ed è proprio questo passaggio che l’Azienda non vuole comprendere. Perciò mentre sbandiera ai quattro venti i profitti eccellenti, continua a rimandare le giuste soluzioni. Per parafrasare una ecologista come Greta Thunberg a noi lavoratrici e lavoratori rimane soltanto un assordante quanto inutile “bla, bla, bla”
La Redazione