AAA…CERCASI PERSONE SENZA UNA VITA PRIVATA E DISPONIBILI AD ESSERE USATE COME CARNE DA MACELLO…Se Poste Italiane pubblicasse questo annuncio si eviterebbe il fenomeno negativo ma in costante aumento delle rinunce all’incarico dopo pochi giorni o poche settimane dall’assunzione del personale assunto a tempo determinato, i tristemente famosi C.T.D. Queste rinunce sono molto dannose per il buon andamento degli uffici di recapito che sono costantemente in forte carenza di personale. Di riflesso risulta anche molto dispendioso per i portalettere a tempo indeterminato che affiancano i C.T.D. nei primi giorni di lavoro gratuitamente per dargli le basi essenziali a svolgere questa attività gravosa. Poste in realtà fa “pubblicità ingannevole” proponendo contratti da 36 ore settimanali conciliabili con la vita privata. I neo assunti rassicurati da questa presentazione accettano ma molti di loro poco dopo scappano a gambe levate. Non c’è da stupirsene di questo: quelle che dovevano essere 36 ore settimanali, da subito diventano quasi il doppio. Vengono incoraggiati ad andare ben oltre il loro orario di servizio per “pulire” i giri. Inoltre viene chiesto loro di uscire la mattina con la posta e il pomeriggio con i pacchi e infine lavorare di straordinario tutti i sabati. Le ore in più non sempre vengono pagate nonostante i carichi di lavoro che inevitabilmente fanno andare fuori orario gli operatori C.T.D. Ma se il lavoratore solleva il problema riceve risposte non sempre corrette. Il meccanismo del rinnovo del contratto ogni due, tre mesi rende i C.T.D. totalmente ricattabili. La mancanza di disponibilità totale, la richiesta di voler rispettare il proprio orario di lavoro sono atti mal tollerati da chi li gestisce e punibili anche con il mancato rinnovo del contratto ma più verosimilmente rendendo loro la vita impossibile, assegnandogli giri sempre diversi o stracolmi perché rimasti a “terra”. A tutto questo aggiungiamo il caldo record che rende il lavoro di portalettere ancor più faticoso sia durante la gita che negli uffici dove spesso l’aria condizionata è mal funzionante. Perché tutto questo? La risposta è solo una: il risparmio sulla pelle dei lavoratori che da anni è sistematicamente praticato dalla nostra azienda nel nostro settore. Poste sta producendo profitti stratosferici e li realizza anche grazie ai tagli delle continue riorganizzazioni del servizio che mirano solo a diminuzioni drastiche di personale. Ciò si traduce con uno sfruttamento massivo delle risorse rimaste in servizio, un uso smodato del precariato come mezzo di sopravvivenza e un servizio al cittadino sempre più inesistente. Considerando che questa è la strategia aziendale occorrerebbe a questo punto una maggiore trasparenza al momento dell’assunzione, su quale sarà l’ impegno richiesto e le condizioni di disagio quando si andrà a svolgere il proprio lavoro. Ancor meglio però sarebbe garantire alle persone il rispetto delle condizioni contrattuali promesse, il diritto a svolgere in sicurezza e serenità la propria attività lavorativa, di essere tutelato nella propria dignità. Poste almeno nel recapito, a quanto sembra necessita di un esercito di schiavi sfruttabili e cestinabili. Ma noi tutti abbiamo il dovere di lottare per rendere attuale quello che i padri costituenti posero come una delle basi fondamentali del nostro Stato: il Diritto ad un lavoro che ci permetta di avere un’esistenza libera e dignitosa.
Fernanda Colombini