Pubblichiamo un comunicato di SLC-CGIL Nazionale sullo sciopero di oggi 6 Settembre. Come sempre vi auguriamo una Buona lettura e buon commento. La Redazione.
Roma, 6 settembre 2011
A tutte le Strutture SLC-CGIL
Ai Responsabili territoriali
Area Servizi
Care/i compagne/i,
lo straordinario risultato ottenuto in Poste Italiane, con adesioni allo sciopero pari al 30% in quasi tutte le regioni d’Italia, con punte che hanno superato il 50%, ci conferma che ancora una volta la CGIL va nella direzione giusta.
Le lavoratrici e i lavoratori hanno capito che le persone che hanno tentato di mettergli un bavaglio sostenendo che lo sciopero è lesivo dei loro interessi, sono le stesse che tentano di far passare una manovra che li massacrerà sotto tutti i punti di vista. Per questo motivo oggi erano insieme alla SLC e alla CGIL nelle 100 piazze d’Italia molti più lavoratori rispetto a quelli iscritti alla nostra organizzazione.
A questo punto però è necessario continuare a stare in prima linea accanto ai lavoratori, spiegando loro che se la manovra dovesse passare scegliere di aderire alla CGIL significa dare un segnale chiaro a chi vuole rimettere in discussione, magari con un accordo aziendale, diritti acquisiti per legge.
La coerenza è sempre stata alla base dei nostri comportamenti, ma oggi assume un valore maggiore.
L’art. 8 già approvato in Commissione Bilancio al Senato è chiaro:
“Le specifiche intese di cui al comma 1 possono riguardare la regolazione delle materie inerenti l’organizzazione del lavoro e della produzione incluse quelle relative:
a) agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie;
b) alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale;
c) ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarieta’ negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro;
d) alla disciplina dell’orario di lavoro;
e) alle modalita’ di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite IVA, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio.”
In poche parole significa che il Governo ha un progetto preciso: cancellare lo statuto dei lavoratori, l’art. 18 contro i licenziamenti e il CCNL.
Noi abbiamo sempre detto con chiarezza da che parte stiamo e lì siamo rimasti!
Spieghino gli altri come si possono tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori condividendo al contempo quanto il Governo sta facendo.
la Segretaria Nazionale
Barbara Apuzzo